mercoledì 19 ottobre 2011

Omelia della Celebrazione di Inizio Anno

Cari giovani,

non vi nascondo che sono tante le cose che vorrei dire oggi, qui, mentre iniziamo un nuovo anno insieme: un anno ricco di novità, più o meno belle…

Oggi, inizia il nuovo viaggio degli MSN versione 2.0, con tanti ragazzi felici e motivati: inizia la sua attività di catechista Luca, che ringraziamo per la disponibilità: oggi inizia l'ultimo anno di post cresima dei VIVINC, che a gennaio andranno a formare il gruppo giovani, oggi nuove persone hanno aderito agli MSN e ai DOC…

E lo vogliamo iniziare qui, in chiesa, davanti al Signore, che nel grande mistero del suo amore, vuole stare in mezzo a noi in quest'ostia, che abbiamo esposto sul nostro Altare…

Ecco: oggi iniziamo l'anno col mistero! Mistero su quanto succederà, mistero, soprattutto per i nuovi, su quello che andranno a vivere, mistero perché non riusciamo a vedere oltre facciamo oggi: sarà un anno carico di mistero.

Ma, vedete, Mistero non significa solo "cosa segreta, nascosta, oscura": ma mistero significa anche una realtà talmente grande e immensa che difficilmente riusciremo mai a capire e possedere completamente, ma di cui non possiamo fare a meno! Non possiamo fare a meno del Mistero, perché il mistero ci porta la sfida, la voglia di viaggiare, di vedere, di sentire, di sfiorarlo e di ricercarlo ancora …

Pensate ai grandi navigatori, Ulisse, Cristoforo Colombo… Pensate ai grandi scienziati: pensate ai grandi artisti… tutti, secondo le loro capacità, hanno fatto quello che hanno fatto portati avanti dal mistero, dalla voglia di accogliere questa realtà immensa nella loro vita. E la vita, non è altro che cercare di toccare questo mistero, di trovare il senso e la fine di questa nostra esistenza, dei nostri amori, delle nostre amicizie, ma anche delle nostre falsità e dei nostri peccati, che ci distolgono dal mistero…

Per questo, san Giovanni nella prima lettura, dice: "non amate il mondo ne le cose del mondo": e questo è il primo invito che vi faccio: non sprecate la vostra forza, il vostro entusiasmo, la vostra vita nei valori del mondo, fatti di arroganza, di ideologie, di superbia, di sesso senza amore, di falsità, di opportunismo e di egocentrismo… non buttate via la vostra vita pensando di poter fare da soli, pensando di avere la verità in tasca…

Dice il Sommo Dante: "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". Non siete fatti per la terra, non siete fatti per il fango, non siete fatti per diventare cibo per i vermi… cari ragazzi, siete fatti per il Cielo, per l'Infinito, per le cose alte e grandi … il nostro compito, di sacerdote e catechisti del Post Cresima, è mostrarvi quanto è bello volare, quanto da felicità volare, quanto le cose acquistano un nuovo senso viste dall'alto… e nello stesso tempo, la nostra gioia sta nel condividere con voi questo viaggio, nel vedervi, nel parlarvi, nel confrontarci, nel conoscerci!!! Noi, non dimenticatelo, siamo qua per voi!

Per volare, è necessario lasciarci guidare da Gesù: è Lui che guida la nostra vita nella sua Provvidenza, e Lui che "illumina completamente la tua vita e la rende immensa e importante": per questo vogliamo stare con Lui quest'anno, sempre, nel dubbio e nella gioia, nella Messa e nella preghiera personale, nelle amicizie con gli altri e nelle difficoltà… Da Lui vogliamo imparare cosa sia l'amore, il perdono, la fede, la fortezza, la preghiera, la vita: per poterle vivere e farle sempre più nostre.

E, per volare, dovete usare le due ali che possedete: la ragione, l'intelligenza, il cervello; e la fede, la preghiera, l'impegno spirituale… non basta una sola ala per volare: ma entrambe devono andare di pari passo: accolgo la fede nella mia intelligenza, e la mia intelligenza mi aiuta a capire meglio cosa significhi la fede…

E, vi avvisiamo, per volare servono ali robuste, ali fortificate dal sacrificio: sacrificio di venire al gruppo e alla Messa, anche quando la voglia sparisce, sacrificio di mettersi in gioco, di confrontarsi, di riflettere, di cambiare, di perdonare, di chiedere scusa, di crescere… di andare in fondo al vostro cuore e vedere che, anche se questo cielo a cui miriamo sembra muto, sembra starsene silenzioso e apatico, in realtà il cielo è nel tuo cuore: per il Battesimo e la Cresima Dio è nel tuo cuore, e parla concretamente al tuo cuore!!! Non dimenticarti di Lui! Non metterlo tra le cose secondarie, tra le cose inutili o della tua infanzia, ma parlaci, confrontati con Lui, Vangelo alla mano!!!

In conclusione, se questo vuole essere il nostro desiderio e il nostro proposito, allora potremo dire tranquillamente

BENVENUTO A UN PIANTO CHE COMMUOVE, AD UN CIELO CHE PROMETTE NEVE, BENVENUTO A CHI SORRIDE, A CHI LANCIA SFIDE A CHI SCAMBIA I SUOI CONSIGLI COI TUOI:

BENVENUTO AL DUBBIO DELLE SPOSE, A UN MINUTO PIENO DI SORPRESE BENVENUTO A UN MUSICISTA, ALLA SUA CANZONE E AGLI ACCORDI CHE DIVENTANO I MIEI,

benvenuti a tutti, benvenuti A UN ANNO DI NOI


 


 


 


 


 

domenica 2 ottobre 2011

Ringraziamenti – Parrocchia Santa Bernadette /02.10.11

Carissimi, chiedo scusa se vi rubo ancora un po' di tempo, e se la mia riflessione potrà sembrarvi troppo infantile o rozza, ma è difficile tradurre in parole la gioia e la felicità che sto provando in quest'ora.

Rileggendo il Piccolo Principe, in questi ultimi mesi, non riesco a levarmi dalla testa una frase, che molti di voi hanno già sentito da me: nel dialogo tra il Piccolo Principe e la volpe, la volpe dice:

" Tu diventi responsabile di ciò che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa. "

Essere responsabile di ciò con cui hai stretto un legame, hai creato un rapporto… è una frase che, per la sua profondità fa venire le vertigini. Ma, come dice un noto cantante: la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare. Un anno fa, salendo questi stessi gradini, tremavo al solo pensiero di salire all'Altare della mia prima parrocchia, del mio primo impegno pastorale: avevo la vertigine di cadere nell'incomprensione, nella noia, nel non essere in grado di volare. Il tempo, da quel 3 ottobre, è letteralmente volato: e oggi risalgo gli stessi gradini di un anno fa con la voglia matta di volare, di volare in alto, perché voi, cari fedeli di santa Bernadette, siete stati gli strumenti di cui si è servito il Signore per insegnarmi a volare. E avete fatto questo non con grandi gesti, ma coi piccoli gesti di ogni giorno, con l'affetto e la simpatia che vi contraddistingue: l'avete fatto con la preghiera, quella silenziosa di tante persone che vengono a trovare il Signore in questa chiesa, quella bagnata dalla sofferenza della malattia o dell'anzianità, quella impacciata e semplice dei bambini, quella solenne che mi avete dedicato l'otto settembre, mentre io, a Cagliari, ricevevo il dono più grande della mia vita: diventavo sacerdote per sempre.

E in questa Eucarestia, che è il modo migliore per ringraziare il Signore di tanta ricchezza e di tanta misericordia, in questo calice che mi avete voluto donare, ho voluto unire insieme all'offerta di Gesù, che si ripresenta sul nostro Altare, il mio personale e indegno grazie per tutte le persone e le situazioni di quest'anno in mezzo a voi.

Grazie, perchè 12 mesi fa mi avete accolto come a casa! Grazie per l'esempio sacerdotale e la guida di don Donato, per il suo equilibrio, per le sue parole dell'omelia, e la sua voglia di essere pienamente tuo Sacerdote. Grazie perché mi è stato vero maestro e amico, soprattutto quando si ritirava qui in chiesa a pregare da solo, per me e per ciascuno di voi. Grazie per la fraterna amicizia nata e cresciuta qui con don Vincenzo e don Edoardo: per i loro consigli, il loro aiuto e la loro simpatia. Caro don Edoardo: domani compi 40 anni: non demoralizzarti davanti all'osteoporosi e all'alzhaimer, ma mantieni sempre la giovinezza di spirito.

Grazie per i bambini e i ragazzi, specialmente per quelli che ho incontrato nella catechesi, nell'oratorio domenicale ed estivo, nei campi estivi: grazie per la dolcezza dei cuccioli, per l'innocenza e l'emozione dei bambini delle Comunioni, per la voglia di crescere dei ragazzi delle cresime. Grazie per i catechisti, soprattutto per quelli con cui è nato non solo un rapporto di lavoro, ma soprattutto un'amicizia.

Un grazie speciale ai nostri chierichetti, sempre numerosi e solennissimi: non ho mai nascosto l'affetto speciale che nutro per ciascuno di voi. Approfittate del fatto di essere vicini all'altare per ascoltare bene cosa il Signore voglia da voi: ... non abbiate paura di seguire Gesù. tra voi, ne sono certo, c'è qualcuno che fra qualche anno sarà qui, al posto mio, a celebrare la sua Prima Messa.

Uno speciale ringraziamento va ai ragazzi del Post Comunione, e ai vostri catechisti: con voi specialmente ho condiviso il cammino di un anno, culminato in un bellissimo campo lo scorso giugno: ora che giovedi prossimo ricominciamo, voglio che cresciate nell'amicizia con Gesù e nella gioia e amicizia tra voi. Non lasciatevi rubare la felicità di avere un Amico che non vi abbandona mai dalle mode o dalle dicerie dei compagni: Gesù non tradisce mai, e non lascia mai soli i suoi amici.

Grazie ai giovani del Post Cresima e ai loro catechisti: per i vostri dubbi e le vostre domande, la vostra fiducia e la vostra intraprendenza, la vostra gioia e la vostra capacità di mettervi in gioco e in discussione. Con voi sarò più duro, perché (chi ha fatto il campo mi capirà sicuramente meglio), tra noi c'è un legame unico. È bello sentirvi parlare dei vostri desideri di crescita, del vostro desiderio di essere migliori, della vostra voglia di conoscere: ma non prendetevi in giro! Se veramente credete che la risposta alle vostre attese sia Cristo, allora non abbiate paura di buttarvi, di lasciarvi andare, di seguire concretamente Cristo. E Cristo lo si segue con scelte coraggiose, con rinunce coraggiose, con impegno e responsabilità: non con compromessi o secondo la voglia del momento. Prego che possiate anche voi scoprire quanto dice il Papa: "Cristo nulla toglie, ma tutto dona". Non mettete Dio tra le cose opzionali della vita: sareste condannati alla tristezza del giovane ricco, che per il suo attaccamento a se non ha seguito Cristo. E, chi vive triste, cresce triste… se volete la felicità, se volete realmente capire cosa significa amare ed essere amati non chiedete a face book o al primo pensatore che passa: chiedete a Cristo, che per voi, per ciascuno di noi, ha donato la sua vita…

Grazie per coloro che hanno voluto essere presenti qui, anche se fanno parte della mia Parrocchia di origine: grazie per questa inconfutabile prova di affetto e di amicizia.

Grazie, per tutte quelle persone che non rientrano in queste categorie, ma che mi sono state accanto con l'affetto e l'amicizia, con la vicinanza e la disponibilità: il Signore ricompensi ogni vostro sforzo.

E ora, cari fratelli e sorelle, questo legame che il Signore ha voluto crescerà ancora per un anno, in cui sarò in mezzo a voi: abbiate ancora tanta e tanta pazienza, perdonate tutti i miei limiti, ma accettate quanto il Signore vorrà dirvi per bocca di questo povero prete…

E concludo chiedendovi un ulteriore regalo: pregate sempre per me, pregate perché non dimentichi mai la gioia di questo momento, pregate perché non vi annunci mai me stesso, ma solo Cristo, pregate perché anche da questa parrocchia, presto, possano sorgere numerose e sante vocazioni al sacerdozio.

Sia lodato Gesù Cristo.

giovedì 15 settembre 2011

Ringraziamenti al termine della Prima Messa

Preghiera di ringraziamento al termine della Prima Messa
Assemini, Parrocchia San Pietro, 11 settembre 2011

“Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode: grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile”. Accetta, Signore, la lode di quest’uomo, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, la prova del suo peccato e dei suoi limiti, la prova che tu resisti ai superbi, la prova che tu esisti e sei la felicità unica, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non trova pace finchè non riposa in te.
Con queste parole di sant’Agostino, ti prego, Signore, di accogliere il mio ringraziamento nel giorno in cui, nell’offerta del tuo Corpo e del tuo Sangue, rinnovo con forza l’offerta della mia vita a Te, Sommo ed Eterno Dio, per l’eternità, come tuo Sacerdote.
E, insieme a questo, accogli Signore il mio sentito ringraziamento per tutti i doni e per tutte le persone di cui in questi anni ti sei servito per manifestare la tua volontà e la tua presenza.
Ti rendo grazie, Signore, per il dono della vita: ti ringrazio per mia madre e mio padre, per i loro sacrifici, la loro vicinanza e il loro amore: ricompensali, Signore, di tutte le fatiche, le ansie e le incomprensioni che hanno provato in questi anni, e rendi i cuori di cui i genitori come il loro, disponibile a sacrificare i propri figli per il tuo servizio e la tua gloria.
Ti ringrazio, Signore, per mio fratello Matteo. Ben presto ci siamo separati, e sicuramente gli è mancata la vicinanza del fratello maggiore: riempi tu con la tua presenza questa assenza e guidalo a scoprire la via per la vera gioia. Ti ringrazio, Signore, per i miei nonni: per nonno Giuseppe e nonna Martina, che hai già chiamato a Te, per nonno Benigno e soprattutto per nonna Maria, la cui semplicità e vicinanza mi hanno sempre accompagnato in questi anni. Benedici, Signore, loro e tutti i miei parenti, zii e cugini, che si sono uniti a noi in questo momento cosi importante.
Ti rendo grazie, Signore, per il dono della fede, che ho ricevuto nel Battesimo in questa Parrocchia il 2 marzo 1986, e che è cresciuta con la grazia della Confermazione il 20 febbraio 2000.
Assisti e proteggi i miei padrini Antonello e Mariella, i loro figli Nicola e Francesca, e ricompensali della loro vicinanza e amicizia.
Ti ringrazio, Signore, per la mia Parrocchia di San Pietro, culla della mia fede e della mia vocazione: in primo luogo per don Zara, per il suo coraggio nel fidarsi di un sogno di un bambino di IV elementare, per la sua bontà e la sua amicizia. Donagli la gioia di poter accompagnare ancora tanti giovani al tuo Altare, e di esserti sempre fedele nei doveri sacerdotali. Ti ringrazio, Signore, per don Marco, che mi ha accompagnato in questi ultimi anni di preparazione al Sacerdozio: fa che non si perda d’animo nell’edificare una Parrocchia in cui Tu sia il centro fisico e spirituale di ogni attività e ogni iniziativa. Ti ringrazio, Signore, anche per don Davide, che festeggia il suo I anniversario di ordinazione sacerdotale, e per padre Oliviero, per la sua saggezza, il suo equilibrio e i suoi sempre preziosi consigli.
Ma il ringraziamento più grande e più sentito lo voglio rivolgere a Te, Signore, per il dono di don Evaristo. Della sua umiltà, simpatia e vicinanza, unita alla fede che fino alla fine ci ha mostrato, seppur piagato nella sofferenza, non possiamo, come parrocchiani, smettere di essere riconoscenti. In lui ci hai mostrato cosa significhi essere sacerdoti in eterno: essere inchiodati alla croce del sacrificio, dell’incomprensione, della calunnia, del silenzio… per essere totalmente uniti e simili a Te, Sommo ed Eterno Sacerdote. E ora dal Paradiso, dove siamo sicuri, contempla il tuo volto per sempre, gioisce nel vedere come tante sofferenze e tanti sforzi abbiano sostenuto me, novello sacerdote, che lo riconosce come Maestro e sicuro intercessore in questo ministero che inizia proprio oggi, a 4 anni esatti dalla sua morte.
Ti ringrazio, Signore, per tutte le persone di questa Parrocchia che, spesso anche nella sofferenza, nel silenzio e nel nascondimento, mi hanno assistito materialmente e spiritualmente in questi anni di formazione: ti ringrazio specialmente per le mie catechiste, per il Gruppo Scout e il gruppo dei Chierichetti, di cui ho fatto parte.
In particolare, Signore, ricordati di Davide, che oggi hai chiamato a te da questa vita: concedigli, purificato da ogni colpa, di godere della tua visione eterna nel Paradiso.
Ricompensa dei loro sacrifici e delle loro preghiere Giulia e tutti gli Amici del Seminario, che tanto si sono prodigate per le vocazioni, e per la mia in particolare. Assisti e guida con la tua amorevole mano i ragazzi e gli animatori dell’Oratorio, e per tutti i ragazzi e i giovani che ho avuto modo di incontrare e seguire in questi anni, specialmente per Cinzia, Dominique, Simone, Giacomo, Samuela, Stefano, Giada, Peppe, Sara, Francesco, Gabriele, Aurora, Silvia, Sebastian, Francesca, Marta, Sara: benedici la loro voglia di crescere umanamente e cristianamente e manifestagli sempre la tua vicinanza per mezzo dei tuoi sacerdoti. Un grazie speciale che ti presento, Signore, è per Nicola e la sua famiglia, per l’amicizia cresciuta in Seminario e continuata anche dopo: continua ad assisterli con la tua grazia e il tuo amore.
Benedici, Signore, tutti coloro che hanno preparato questa mia Prima santa Messa: la Confraternita di San Pietro, il Coro, le volontarie della Caritas parrocchiale, la Fraternità della Misericordia, i catechisti, il Gruppo di Santa Marta, coloro che hanno preparato le strade e tutti i volontari che, a vario titolo, hanno contribuito a realizzare questo momento di fede e di festa.
Cari parrocchiani, tutti i doni, soprattutto quelli spirituali, che in questi anni ho ricevuto da voi, tutti li pongo nel bellissimo calice, vostro ennesimo e graditissimo dono per questa ricorrenza, e, ogni volta che lo eleverò al cielo affinchè Dio possa venire, ancora una volta, in mezzo al suo popolo, non potrò che dire: “Ricordati sempre del tuo popolo, Signore”.
Ti ringrazio, Signore, per il mio Paese, che vive una stagione di crescita e di incertezza: concedi ai suoi amministratori di gestire i tanti problemi cittadini con un forte attaccamento alle tradizioni e ai valori cristiani del nostro popolo. Ringrazio il Sindaco, dott. Paolo Mereu, per la sua presenza e per le sue parole, il Consiglio comunale e tutte le autorità militari presenti oggi.
Ti rendo grazie, Signore, per il dono della vocazione sacerdotale, perché dall’eternità mi hai scelto e voluto tuo ministro. Ti ringrazio per il Seminario Minore, vera scuola di fede e di umanità, per m. Giovanni Ligas, m. Luciano Ligas, m. Ferdinando Caschili e m. Gianni Sanna che mi hanno accompagnato come rettori, per tutti gli animatori e i padri spirituali, per i compagni che ho conosciuto in Seminario, specialmente per don Nicolò, don Mariano, (che festeggiano il I anniversario dell’ordinazione sacerdotale) don Angelo, che sono già giunti alla metà del sacerdozio, e per quanti, pur scegliendo di seguire strade diverse, si sono voluti unire a me in questa bella celebrazione. Ti ringrazio, Signore, per l’amicizia, la fiducia e la continua vicinanza di don Pasquale, amico e compagno della prima ora. Continua, Signore, ad accompagnare i suoi passi, nella semplicità e nella generosità che l’hanno sempre caratterizzato.
Ti ringrazio per i compagni di Liceo, per quanti, compagni e professori, si sono voluti unire a me in questa solenne celebrazione; specialmente Francesco, mio figlioccio: per Beniamino, che hai chiamato a te improvvisamente e inaspettatamente e che, speriamo, possa godere il tuo volto per l’eternità,
Ti ringrazio, Signore, per il Pontificio Seminario Regionale Sardo, in cui ho avuto l’onore di prepararmi immediatamente al Sacerdozio insieme a tanti giovani provenienti da tutta la Sardegna; per la Facoltà Teologica, i Professori e i Superiori, per l’indimenticabile esempio di padre Acquaro, e per tutti i seminaristi con cui ho condiviso gli anni della formazione: Omar, Maurizio, Simone, Roberto, don Mariano, don Totoni, Carlo, Raimondo, don Carlo Loi... 
E specialmente, Signore, per tutti i miei compagni di classe: molti hanno già ricevuto l’ordinazione sacerdotale, altri si preparano a riceverla presto: altri hanno scoperto che li chiamavi a vivere una diversa vocazione. Benedici, Signore, don Luca, don Michele, don Pietro, don Gianni, don Cristian, don Filippo, don Maurizio, Mauro, Lucio, Massimiliano, Giovanni: concedigli di rimanere sempre nel tuo amore e nella tua volontà. Uno speciale ringraziamento a don Giuseppe, don Pietro e don Giuseppe per avermi prestato il loro servizio come diaconi: fa che possano presto anche loro provare la grandissima gioia di accedere all’Altare di Dio.
Ti ringrazio, Signore, per don Andrea, compagno, amico e confidente insostituibile: donagli sempre la forza di essere tuo fedele e autentico ministro. Ti ringrazio, Signore, per tutti i sacerdoti che mi hai fatto incontrare, per i loro esempi, la loro preghiera e la loro presenza qui:
non togliere mai la tua mano da loro e ricompensali delle fatiche del loro ministero. Benedici, specialmente i preti originari di Assemini, e suscita sempre cuori generosi, capaci di seguirti nella via del Sacerdozio.
Grazie, ancora, Signore per don Cristiano, da poco ordinato diacono: rendilo sempre più tuo fedele e coraggioso ministro, e concedigli la grazia di ascendere al più presto all’Altare di Dio come tuo sacerdote.
Assisti, Signore, don Alessandro, con il quale ho condiviso gli ultimi anni di seminario e l’ordinazione sacerdotale: i propositi fatti in quel bellissimo giorno siano da te accettati e benedetti.
Ti ringrazio, Signore, per don Roberto: per la sua amicizia, il suo esempio, per le bellissime parole che mi ha rivolto in questa celebrazione: ma soprattutto per il suo coraggio e la sua coerenza: concedi al suo ministero numerosi e copiosi frutti.
Ti rendo grazie, Signore, per tutte le persone che ho avuto modo di conoscere in questi anni: per le Suore, specialmente quelle che mi sono state accanto, per le Ancelle della Sacra Famiglia, le suore Teddine, le Figlie di San Giuseppe e le suore del Buon Pastore, per le religiose di clausura:   per i volontari e gli ospiti della Caritas diocesana, per i fedeli della parrocchia di N.S. delle Grazie di Sestu, specialmente per il loro parroco don Franco, per la sua amicizia e il suo esempio di profonda umanità: per i fedeli della parrocchia dei Ss Pietro e Paolo a Cagliari, per il loro esempio costante di vita cristiana e per il loro parroco, don Chicco, fedele amico e sicuro consigliere nei momenti di prova e di difficoltà.
Benedici e proteggi, Signore, la parrocchia di san Martino in Cinisello Balsamo, i suoi sacerdoti, i suoi fedeli, i suoi ragazzi. Tu sai, Signore, quanto mi stia a cuore quella comunità, quanto mi ha insegnato e quanto quei 4 anni siano per me indimenticabili. Grazie, Signore, per la fiducia e l’amicizia di don Alberto, grazie per l’amicizia e la presenza dei ragazzi: la santità sia la vostra unica preoccupazione e il vostro unico impegno, per fare della vostra vita un autentico capolavoro.
Ti ringrazio, Signore, per la parrocchia di Santa Bernadette a Roma, mia attuale parrocchia. Solo tu sai l’ansia e la paura con cui sono partito da qui l’anno scorso, e solo tu sai la gioia e l’affetto che ora nutro per quella che è diventata la mia nuova famiglia. Conserva sempre la tua grazia a tutti i fedeli, specialmente ai bambini, ai ragazzi e ai giovani che mi sono stati affidati
Grazie, Signore, per la paternità e il fulgido esempio di vita sacerdotale che mi hai dato in don Donato, per la fraternità di don Vincenzo e di don Edoardo, per l’amicizia e i consigli di don Marco, amico fin dagli anni di seminario e mio predecessore in questa bella comunità.
Per quanti tra loro hanno voluto, nonostante tante difficoltà, essere oggi qui presenti: per quanti sono dovuti rimanere a Roma, per tutti quelli che mi hanno accolto, sostenuto ed ascoltato, che mi hanno reso partecipe della loro vita e della loro confidenze, che mi hanno spesso commosso nel loro impegno spirituale e parrocchiale, imploro da Te, Signore, una speciale benedizione, affinchè, sempre più radicati nella fede, possano provare nella loro vita la stessa gioia che provo io adesso: la gioia di averti incontrato e di non poter più fare a meno di Te.
L’ultimo ringraziamento, Signore, lo rivolgo a Te per Francesco e Alessandro, che hai chiamato da questa comunità a seguirti nella via del Sacerdozio. Donagli la forza di non scoraggiarsi nelle difficoltà e di cercare solo Te e la tua volontà. Per voi, cari Francesco ed Alessandro, specialmente per voi, e per tutti coloro che hanno donato o sono in procinto di donare la propria vita per Cristo e per la Chiesa, invito tutti a recitare quella preghiera semplice, che per anni è salita, carica di fede e d’amore, da questa chiesa al trono di Dio per tutte le vocazioni e i sacerdoti.

martedì 2 agosto 2011

Discorso Finale Grottammare 2011

Caro Gesù,

come ormai è consuetudine tra di noi, rivolgo a Te a voce alta quella preghiera che riassume l'esperienza del mio XXX campo estivo da quando sono in seminario.

È l'ultimo, prima del passo definitivo che, fra 40 giorni dovrò compiere: quello dell'ordinazione sacerdotale.

È il primo con questi ragazzi, dei quali mi sento responsabile per sempre perché gli ho addomesticati, non perché siano bestie, ma perché il legame che si è creato in quest'anno, e specialmente in questo campo, è per sempre perché ti chiama in causa. Se non fosse per Te, non sarei qui. Tu, non il caso, non la mia presunta cultura o simpatia mi ha condotto qui, ma la tua mano… la stessa che ha salvato Pietro dalle acque, la stessa che poni sul capo di ogni uomo che si affida a Te. Anche io, come Pietro, ti ho chiesto di camminare sulle acque… di andare oltre i rifiuti, le critiche e i preconcetti che hanno accompagnato la preparazione di questo campo. Mi sono fidato: finchè ho visto che sotto di me c'era l'acqua, c'era il male… e sono affogato, mi sono arrabbiato, stavo perdendo l'equilibrio.

Ma tu scrivi dritto sulle righe storte, e mi hai risollevato, mi hai teso la tua mano… quando le riflessioni del gruppo erano profonde e meditate, quando c'erano le file per confessarsi, mentre attorno si creava un silenzio incomprensibile e affascinante, quando tra di loro si creavano legami forti, si parlava di cose serie e meno serie… questa è stata la tua mano che mi ha risollevato dalla disperazione dove stavo affondando, perché senza la tua mano c'è disperazione, c'è il nulla.

Per creare legami servono i riti, e questi non sono mancati: dalla Messa alla spiaggia, dal confessionale al beach volley, tutti riti che ci hanno fatti conoscere meglio. Finire questo campo è finire un addomesticamento, finire questo campo è conoscere Andrea, Graziano, Simone, Francesco, Stefano, Christian, Carlo, Francesco, Maurizio, Martina, Francesca, Daria, Martina, Sara, Silvia, Aurora, Federica, Sofia, Federica, Carlotta, Vanessa, Federica, Alessia, Mapi, Elena, Serena, Elena, Valentina, Chiara… e ogni volta che vedrò loro, vedrò le tue meraviglie, vedrò che ancora ci sei, vedrò che non ho buttato la mia vita per nulla, ma per Te.

E ora, detto questo, mi rivolgo a loro per le ultime dritte di oggi.

Cari ragazzi,

non vorrei che tornando a casa, vi ricordiate solo delle novità, del mare, della pioggia, dei giochi…

non vorrei che tornando a casa vi ricordiate solo delle amicizie, delle risate, degli scherzi…

non vorrei che ricordaste i momenti di litigio, di noia, di incomprensione…

vorrei che ricordaste

  • Il grande esempio di Fra Enrico, la sua bontà e la sua disponibilità
  • La grande accoglienza di tutte le persone buone che abbiamo incontrato
  • L'impegno dei volontari e dei frati
  • Le sofferenze e la dignità dei frati anziani
  • La fatica e il sacrificio, unita alla gioia, dei vostri catechisti Andrea, Emanuela, Nicoletta, Andrea, Francesca, Francesco, Elisa

E soprattutto che

L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI, NON SI VEDE SE NON CON IL CUORE, PERCHE' NON VOSTRO CUORE, AL CENTRO DI OGNI SFORZO DI CRESCERE COME VERI UOMINI C'E' DIO.

La fede si riassume in questo: Dio c'è, io ci credo… Dio c'è, io l'ho incontrato come la Samaritana, come gli apostoli, come i santi. La fede in Dio non è secondaria: grazie alla fede, sentirai il cuore stesso di Dio che batte nei tuoi incontri, nella tua vita, nei tuoi amici.

Tornate a casa NUOVI, uomini NUOVI. E, per concludere, voglio fare mie le parole della volpe che abbiamo letto oggi: voi finora, per me, non siete stati che ragazzini uguale a centomila ragazzini. E non avevo bisogno di voi. E neppure voi avevate bisogno di me. Io non sono per voi che una volpe uguale a centomila volpi. Ma avendomi addomesticato, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Voi sarai per me unico al mondo".

Per me siete unici al mondo: e lo stesso è per Dio: siete unici, irripetibile, indispensabili per costruire insieme il suo Regno qui sulla terra e goderlo per sempre in cielo. Cosi sia.

lunedì 21 marzo 2011

Omelia della Domenica della Samaritana – Parrocchia San Martino, 20 marzo 2011

La Quaresima è il tempo favorevole della nostra conversione, del nostro incontro con Cristo. Non sei furbo se non ne approfitti. Dio ti dà una nuova occasione, la possibilità di ricominciare, di vivere una vita nuova. Dio lo incontri quando ti fermi al pozzo, quando nel deserto della tua giornata desideri le cose essenziali.

Nel libro del Piccolo Principe c'è questa bella frase: "ciò che rende bello il deserto è che da qualche parte c'è un pozzo": noi potremo dire "ciò che rende bella la vita è che da qualche parte c'è Dio".

La Samaritana viveva la sua vita come un deserto: nulla di nuovo, tranne i 5-6 mariti che si vantava di avere, una vita disordinata, senza punti di riferimento, proprio come il deserto. Aveva sete: aveva un desiderio e va a soddisfarlo come tante volte ha fatto, al pozzo del villaggio. Incontra qui Gesù, un Gesù stanco e assetato: le chiede dell'acqua, e lei lo riconosce come uno straniero… Gesù parte da questo suo desiderio per farle fare un cammino di fede, un cammino di conoscenza di Gesù: è più lo conosce, più va in fondo nel suo cuore, più il suo desiderio è appagato. In realtà, prima dell'acqua, la donna cercava la vita. L'acqua, infatti, è il segno della vita: senza acqua non si beve, non ci si lava, non si cucina, non si irriga per avere il cibo: l'acqua è la vita. E Gesù promette a questa donna di darle la vita, e lo farà quando salirà sulla croce. In quel momento, in cui sembra che la morte e il deserto, il non senso e la falsità abbiano vinto, Gesù ci dimostra come invece la Vita vinca su tutto… noi siamo qui perché Lui ci ha dato la sua vita per la nostra.

Noi dobbiamo vivere questa vita che il Signore ci da, non come una vita da mediano a recuperar palloni, ma una vita vissuta come DONO di Dio. E tre sono le caratteristiche di questo dono:

  • La libertà: dal male, dalle cose sbagliate, dalla paura, dai bisticci… dal peccato.
  • La verità: la mia vita ha un valore, perché Dio ha dato la sua vita per me.
  • L'amore: la mia vita ha un senso se è donata, fino alla morte, per gli altri.

Questa è la samaritana, che rientra in città con gioia e molti credono per il suo esempio. E a noi, nel 2011? Per noi, piccoli samartitani, è lo stesso. Noi incontriamo Gesù al pozzo della Messa domenicale, della confessione e della preghiera… tutti momenti da vivere in profondità e non come obbligo e costrizione. Se c'è profondità in queste cose, se mi fermo ad ascoltare e a parlare con Dio, la mia vita cambia:

  • Posso fare il bene ed essere libero dal peccato, perché Lui mi da la forza di farlo
  • Sono veramente uomo, che riconosce i suoi limiti ma sa che è fatto per il cielo e non per la terra..
  • So amare fino in fondo, so donarmi sempre… e tutto quello che faccio lo faccio più volentieri e meglio se lo faccio con amore.

Ultime due considerazioni:

1. anche Gesù ha sete, non perché cerchi la Vita, ma perché cerca ciascuno di noi per dargli la Vita.

2. Spesso la vita ti porta lontano da casa, dai tuoi affetti… ma se hai incontrato la vera vita, non hai problemi ad adorare Dio su questo monte o a Gerusalemme, a Roma come a Milano. Ed è per questo che vi sento vicini, quando mi ricordo di voi, tutti i giorni, nella preghiera davanti a Dio… in Dio non esistono distanze, siete tutti vicini. Per questo spero che vi ricordiate di me nelle vostre preghiere.

Se finora non ti sei avvicinato al pozzo, non ti sei fermato, non hai sperimentato la bellezza della confessione, della comunione e della preghiera… fallo subito. Ricordati le parole di questa bella canzone: "Questo è il mio secondo tempo, e non voglio perderlo: questo è il mio secondo tempo, e io voglio godermelo, perché io, lo spero tanto (ANZI, NE SONO CERTO), che sia splendido", perché solo Gesù ti può dare questa vita splendida per sempre.

domenica 20 marzo 2011

Cinisello VI: ormai ci esce una saga...

Solo una volta mi sono astenuto da non scrivere nulla delle mie visite a Cinisello, perchè tutto era nella predica che ho fatto il 26 settembre 2010, diacono da poche settimane e ancora incerto su quello che mi attendeva a Roma. Dopo 6 mesi tante cose sono cambiate: Roma e la mia parrocchia mi piacciono, mi trovo bene e non vorrei cambiarle per nessun'altra... il Signore mi ha posto qui e sono felice di esserci.
Ma, il primo amore non si scorda mai... . Ringraziando tutti voi per la disponibilità e l'ospitalità , come in tutte le altre occasioni, scrivo due righe di riflessione sui giorni passati a Cinisello. Ho imparato e ho visto tanto: quanto stiate crescendo, quanto stiate migliorando e, qualche volta, quanto stiate perdendo per sciocchezze e incomprensioni. Avrei voluto fare di più, ma non ho potuto...
Credo che stavolta ripartire sia stato più difficile delle altre volte: credo che stavolta la commozione sia emersa più delle altre volte... e questo perchè, come dicevo alla predica, davanti a Dio mi ricordo sempre di voi nelle mie preghiere, e vedere la vostra vita, condotta da alcuni con Dio e da altri senza Dio, mi fa piangere lacrime di gioia e lacrime di sofferenza.
Cari adolescenti: Per me rimanete sempre importanti, rimanete sempre i miei ragazzi e la vostra vita mi sta a cuore... ma prima di questo siete figli di Dio, e come tali dovete comportarvi... L'umiltà, la semplicità, la cordialità che spesso vi hanno distinto devono tornare a essere vostre: dovete essere uniti. Ricordatevi quella canzone che dice "uniti vinciamo, divisi cadiamo"... attenti a non cadere.
Cari giovani: se foste in vendita su Ebay vi comprerei tutti e vi porterei a Roma. Anche se siete pochi, anche se molti si sono allontanati o hanno lasciato, non mollate... la Speranza non è solo una squadra di calcio, ma uno stile di vita, è il modo con cui Dio mette alla prova i nostri propositi e la nostra voglia di crescere.
Cari Giulia, Francesco, Flavio, Martina, Stefano, Elisa, Fefè... grazie di esistere, di essere cosi come siete. Credo che la scena più bella di questi 6 mesi sia proprio guardando il campanile di Cinisello: ciò che Milano mi ha insegnato in quattro bellissimi grest e in tante buone e sane amicizie mi ha condotto a voi, e la vostra crescita cristiana è la mia unica preoccupazione. E, credetemi, lo faccio senza rimpianti e convinto che Dio si serva di me (con i miei difetti e i miei pregi, con il sorriso e con il pianto), come di Puddu e degli altri preti, per portarvi a Lui.
Chiudo questo pensiero, benedicendovi tutti e credendo che Dio, che conosce a fondo il vostro cuore, vi illuminerà per continuare a vivere una vita vera!
Alla prossima
dS