Sia lodato Gesù Cristo
giovedì 23 gennaio 2014
sabato 8 settembre 2012
Ricevi, ricevi, ricevi... I Anniversario di Sacerdozio
mercoledì 19 ottobre 2011
Omelia della Celebrazione di Inizio Anno
Cari giovani,
non vi nascondo che sono tante le cose che vorrei dire oggi, qui, mentre iniziamo un nuovo anno insieme: un anno ricco di novità, più o meno belle…
Oggi, inizia il nuovo viaggio degli MSN versione 2.0, con tanti ragazzi felici e motivati: inizia la sua attività di catechista Luca, che ringraziamo per la disponibilità: oggi inizia l'ultimo anno di post cresima dei VIVINC, che a gennaio andranno a formare il gruppo giovani, oggi nuove persone hanno aderito agli MSN e ai DOC…
E lo vogliamo iniziare qui, in chiesa, davanti al Signore, che nel grande mistero del suo amore, vuole stare in mezzo a noi in quest'ostia, che abbiamo esposto sul nostro Altare…
Ecco: oggi iniziamo l'anno col mistero! Mistero su quanto succederà, mistero, soprattutto per i nuovi, su quello che andranno a vivere, mistero perché non riusciamo a vedere oltre facciamo oggi: sarà un anno carico di mistero.
Ma, vedete, Mistero non significa solo "cosa segreta, nascosta, oscura": ma mistero significa anche una realtà talmente grande e immensa che difficilmente riusciremo mai a capire e possedere completamente, ma di cui non possiamo fare a meno! Non possiamo fare a meno del Mistero, perché il mistero ci porta la sfida, la voglia di viaggiare, di vedere, di sentire, di sfiorarlo e di ricercarlo ancora …
Pensate ai grandi navigatori, Ulisse, Cristoforo Colombo… Pensate ai grandi scienziati: pensate ai grandi artisti… tutti, secondo le loro capacità, hanno fatto quello che hanno fatto portati avanti dal mistero, dalla voglia di accogliere questa realtà immensa nella loro vita. E la vita, non è altro che cercare di toccare questo mistero, di trovare il senso e la fine di questa nostra esistenza, dei nostri amori, delle nostre amicizie, ma anche delle nostre falsità e dei nostri peccati, che ci distolgono dal mistero…
Per questo, san Giovanni nella prima lettura, dice: "non amate il mondo ne le cose del mondo": e questo è il primo invito che vi faccio: non sprecate la vostra forza, il vostro entusiasmo, la vostra vita nei valori del mondo, fatti di arroganza, di ideologie, di superbia, di sesso senza amore, di falsità, di opportunismo e di egocentrismo… non buttate via la vostra vita pensando di poter fare da soli, pensando di avere la verità in tasca…
Dice il Sommo Dante: "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". Non siete fatti per la terra, non siete fatti per il fango, non siete fatti per diventare cibo per i vermi… cari ragazzi, siete fatti per il Cielo, per l'Infinito, per le cose alte e grandi … il nostro compito, di sacerdote e catechisti del Post Cresima, è mostrarvi quanto è bello volare, quanto da felicità volare, quanto le cose acquistano un nuovo senso viste dall'alto… e nello stesso tempo, la nostra gioia sta nel condividere con voi questo viaggio, nel vedervi, nel parlarvi, nel confrontarci, nel conoscerci!!! Noi, non dimenticatelo, siamo qua per voi!
Per volare, è necessario lasciarci guidare da Gesù: è Lui che guida la nostra vita nella sua Provvidenza, e Lui che "illumina completamente la tua vita e la rende immensa e importante": per questo vogliamo stare con Lui quest'anno, sempre, nel dubbio e nella gioia, nella Messa e nella preghiera personale, nelle amicizie con gli altri e nelle difficoltà… Da Lui vogliamo imparare cosa sia l'amore, il perdono, la fede, la fortezza, la preghiera, la vita: per poterle vivere e farle sempre più nostre.
E, per volare, dovete usare le due ali che possedete: la ragione, l'intelligenza, il cervello; e la fede, la preghiera, l'impegno spirituale… non basta una sola ala per volare: ma entrambe devono andare di pari passo: accolgo la fede nella mia intelligenza, e la mia intelligenza mi aiuta a capire meglio cosa significhi la fede…
E, vi avvisiamo, per volare servono ali robuste, ali fortificate dal sacrificio: sacrificio di venire al gruppo e alla Messa, anche quando la voglia sparisce, sacrificio di mettersi in gioco, di confrontarsi, di riflettere, di cambiare, di perdonare, di chiedere scusa, di crescere… di andare in fondo al vostro cuore e vedere che, anche se questo cielo a cui miriamo sembra muto, sembra starsene silenzioso e apatico, in realtà il cielo è nel tuo cuore: per il Battesimo e la Cresima Dio è nel tuo cuore, e parla concretamente al tuo cuore!!! Non dimenticarti di Lui! Non metterlo tra le cose secondarie, tra le cose inutili o della tua infanzia, ma parlaci, confrontati con Lui, Vangelo alla mano!!!
In conclusione, se questo vuole essere il nostro desiderio e il nostro proposito, allora potremo dire tranquillamente
BENVENUTO A UN PIANTO CHE COMMUOVE, AD UN CIELO CHE PROMETTE NEVE, BENVENUTO A CHI SORRIDE, A CHI LANCIA SFIDE A CHI SCAMBIA I SUOI CONSIGLI COI TUOI:
BENVENUTO AL DUBBIO DELLE SPOSE, A UN MINUTO PIENO DI SORPRESE BENVENUTO A UN MUSICISTA, ALLA SUA CANZONE E AGLI ACCORDI CHE DIVENTANO I MIEI,
benvenuti a tutti, benvenuti A UN ANNO DI NOI
domenica 2 ottobre 2011
Ringraziamenti – Parrocchia Santa Bernadette /02.10.11
Carissimi, chiedo scusa se vi rubo ancora un po' di tempo, e se la mia riflessione potrà sembrarvi troppo infantile o rozza, ma è difficile tradurre in parole la gioia e la felicità che sto provando in quest'ora.
Rileggendo il Piccolo Principe, in questi ultimi mesi, non riesco a levarmi dalla testa una frase, che molti di voi hanno già sentito da me: nel dialogo tra il Piccolo Principe e la volpe, la volpe dice:
" Tu diventi responsabile di ciò che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa. "
Essere responsabile di ciò con cui hai stretto un legame, hai creato un rapporto… è una frase che, per la sua profondità fa venire le vertigini. Ma, come dice un noto cantante: la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare. Un anno fa, salendo questi stessi gradini, tremavo al solo pensiero di salire all'Altare della mia prima parrocchia, del mio primo impegno pastorale: avevo la vertigine di cadere nell'incomprensione, nella noia, nel non essere in grado di volare. Il tempo, da quel 3 ottobre, è letteralmente volato: e oggi risalgo gli stessi gradini di un anno fa con la voglia matta di volare, di volare in alto, perché voi, cari fedeli di santa Bernadette, siete stati gli strumenti di cui si è servito il Signore per insegnarmi a volare. E avete fatto questo non con grandi gesti, ma coi piccoli gesti di ogni giorno, con l'affetto e la simpatia che vi contraddistingue: l'avete fatto con la preghiera, quella silenziosa di tante persone che vengono a trovare il Signore in questa chiesa, quella bagnata dalla sofferenza della malattia o dell'anzianità, quella impacciata e semplice dei bambini, quella solenne che mi avete dedicato l'otto settembre, mentre io, a Cagliari, ricevevo il dono più grande della mia vita: diventavo sacerdote per sempre.
E in questa Eucarestia, che è il modo migliore per ringraziare il Signore di tanta ricchezza e di tanta misericordia, in questo calice che mi avete voluto donare, ho voluto unire insieme all'offerta di Gesù, che si ripresenta sul nostro Altare, il mio personale e indegno grazie per tutte le persone e le situazioni di quest'anno in mezzo a voi.
Grazie, perchè 12 mesi fa mi avete accolto come a casa! Grazie per l'esempio sacerdotale e la guida di don Donato, per il suo equilibrio, per le sue parole dell'omelia, e la sua voglia di essere pienamente tuo Sacerdote. Grazie perché mi è stato vero maestro e amico, soprattutto quando si ritirava qui in chiesa a pregare da solo, per me e per ciascuno di voi. Grazie per la fraterna amicizia nata e cresciuta qui con don Vincenzo e don Edoardo: per i loro consigli, il loro aiuto e la loro simpatia. Caro don Edoardo: domani compi 40 anni: non demoralizzarti davanti all'osteoporosi e all'alzhaimer, ma mantieni sempre la giovinezza di spirito.
Grazie per i bambini e i ragazzi, specialmente per quelli che ho incontrato nella catechesi, nell'oratorio domenicale ed estivo, nei campi estivi: grazie per la dolcezza dei cuccioli, per l'innocenza e l'emozione dei bambini delle Comunioni, per la voglia di crescere dei ragazzi delle cresime. Grazie per i catechisti, soprattutto per quelli con cui è nato non solo un rapporto di lavoro, ma soprattutto un'amicizia.
Un grazie speciale ai nostri chierichetti, sempre numerosi e solennissimi: non ho mai nascosto l'affetto speciale che nutro per ciascuno di voi. Approfittate del fatto di essere vicini all'altare per ascoltare bene cosa il Signore voglia da voi: ... non abbiate paura di seguire Gesù. tra voi, ne sono certo, c'è qualcuno che fra qualche anno sarà qui, al posto mio, a celebrare la sua Prima Messa.
Uno speciale ringraziamento va ai ragazzi del Post Comunione, e ai vostri catechisti: con voi specialmente ho condiviso il cammino di un anno, culminato in un bellissimo campo lo scorso giugno: ora che giovedi prossimo ricominciamo, voglio che cresciate nell'amicizia con Gesù e nella gioia e amicizia tra voi. Non lasciatevi rubare la felicità di avere un Amico che non vi abbandona mai dalle mode o dalle dicerie dei compagni: Gesù non tradisce mai, e non lascia mai soli i suoi amici.
Grazie ai giovani del Post Cresima e ai loro catechisti: per i vostri dubbi e le vostre domande, la vostra fiducia e la vostra intraprendenza, la vostra gioia e la vostra capacità di mettervi in gioco e in discussione. Con voi sarò più duro, perché (chi ha fatto il campo mi capirà sicuramente meglio), tra noi c'è un legame unico. È bello sentirvi parlare dei vostri desideri di crescita, del vostro desiderio di essere migliori, della vostra voglia di conoscere: ma non prendetevi in giro! Se veramente credete che la risposta alle vostre attese sia Cristo, allora non abbiate paura di buttarvi, di lasciarvi andare, di seguire concretamente Cristo. E Cristo lo si segue con scelte coraggiose, con rinunce coraggiose, con impegno e responsabilità: non con compromessi o secondo la voglia del momento. Prego che possiate anche voi scoprire quanto dice il Papa: "Cristo nulla toglie, ma tutto dona". Non mettete Dio tra le cose opzionali della vita: sareste condannati alla tristezza del giovane ricco, che per il suo attaccamento a se non ha seguito Cristo. E, chi vive triste, cresce triste… se volete la felicità, se volete realmente capire cosa significa amare ed essere amati non chiedete a face book o al primo pensatore che passa: chiedete a Cristo, che per voi, per ciascuno di noi, ha donato la sua vita…
Grazie per coloro che hanno voluto essere presenti qui, anche se fanno parte della mia Parrocchia di origine: grazie per questa inconfutabile prova di affetto e di amicizia.
Grazie, per tutte quelle persone che non rientrano in queste categorie, ma che mi sono state accanto con l'affetto e l'amicizia, con la vicinanza e la disponibilità: il Signore ricompensi ogni vostro sforzo.
E ora, cari fratelli e sorelle, questo legame che il Signore ha voluto crescerà ancora per un anno, in cui sarò in mezzo a voi: abbiate ancora tanta e tanta pazienza, perdonate tutti i miei limiti, ma accettate quanto il Signore vorrà dirvi per bocca di questo povero prete…
E concludo chiedendovi un ulteriore regalo: pregate sempre per me, pregate perché non dimentichi mai la gioia di questo momento, pregate perché non vi annunci mai me stesso, ma solo Cristo, pregate perché anche da questa parrocchia, presto, possano sorgere numerose e sante vocazioni al sacerdozio.
Sia lodato Gesù Cristo.
giovedì 15 settembre 2011
Ringraziamenti al termine della Prima Messa
martedì 2 agosto 2011
Discorso Finale Grottammare 2011
Caro Gesù,
come ormai è consuetudine tra di noi, rivolgo a Te a voce alta quella preghiera che riassume l'esperienza del mio XXX campo estivo da quando sono in seminario.
È l'ultimo, prima del passo definitivo che, fra 40 giorni dovrò compiere: quello dell'ordinazione sacerdotale.
È il primo con questi ragazzi, dei quali mi sento responsabile per sempre perché gli ho addomesticati, non perché siano bestie, ma perché il legame che si è creato in quest'anno, e specialmente in questo campo, è per sempre perché ti chiama in causa. Se non fosse per Te, non sarei qui. Tu, non il caso, non la mia presunta cultura o simpatia mi ha condotto qui, ma la tua mano… la stessa che ha salvato Pietro dalle acque, la stessa che poni sul capo di ogni uomo che si affida a Te. Anche io, come Pietro, ti ho chiesto di camminare sulle acque… di andare oltre i rifiuti, le critiche e i preconcetti che hanno accompagnato la preparazione di questo campo. Mi sono fidato: finchè ho visto che sotto di me c'era l'acqua, c'era il male… e sono affogato, mi sono arrabbiato, stavo perdendo l'equilibrio.
Ma tu scrivi dritto sulle righe storte, e mi hai risollevato, mi hai teso la tua mano… quando le riflessioni del gruppo erano profonde e meditate, quando c'erano le file per confessarsi, mentre attorno si creava un silenzio incomprensibile e affascinante, quando tra di loro si creavano legami forti, si parlava di cose serie e meno serie… questa è stata la tua mano che mi ha risollevato dalla disperazione dove stavo affondando, perché senza la tua mano c'è disperazione, c'è il nulla.
Per creare legami servono i riti, e questi non sono mancati: dalla Messa alla spiaggia, dal confessionale al beach volley, tutti riti che ci hanno fatti conoscere meglio. Finire questo campo è finire un addomesticamento, finire questo campo è conoscere Andrea, Graziano, Simone, Francesco, Stefano, Christian, Carlo, Francesco, Maurizio, Martina, Francesca, Daria, Martina, Sara, Silvia, Aurora, Federica, Sofia, Federica, Carlotta, Vanessa, Federica, Alessia, Mapi, Elena, Serena, Elena, Valentina, Chiara… e ogni volta che vedrò loro, vedrò le tue meraviglie, vedrò che ancora ci sei, vedrò che non ho buttato la mia vita per nulla, ma per Te.
E ora, detto questo, mi rivolgo a loro per le ultime dritte di oggi.
Cari ragazzi,
non vorrei che tornando a casa, vi ricordiate solo delle novità, del mare, della pioggia, dei giochi…
non vorrei che tornando a casa vi ricordiate solo delle amicizie, delle risate, degli scherzi…
non vorrei che ricordaste i momenti di litigio, di noia, di incomprensione…
vorrei che ricordaste
- Il grande esempio di Fra Enrico, la sua bontà e la sua disponibilità
- La grande accoglienza di tutte le persone buone che abbiamo incontrato
- L'impegno dei volontari e dei frati
- Le sofferenze e la dignità dei frati anziani
- La fatica e il sacrificio, unita alla gioia, dei vostri catechisti Andrea, Emanuela, Nicoletta, Andrea, Francesca, Francesco, Elisa
E soprattutto che
L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI, NON SI VEDE SE NON CON IL CUORE, PERCHE' NON VOSTRO CUORE, AL CENTRO DI OGNI SFORZO DI CRESCERE COME VERI UOMINI C'E' DIO.
La fede si riassume in questo: Dio c'è, io ci credo… Dio c'è, io l'ho incontrato come la Samaritana, come gli apostoli, come i santi. La fede in Dio non è secondaria: grazie alla fede, sentirai il cuore stesso di Dio che batte nei tuoi incontri, nella tua vita, nei tuoi amici.
Tornate a casa NUOVI, uomini NUOVI. E, per concludere, voglio fare mie le parole della volpe che abbiamo letto oggi: voi finora, per me, non siete stati che ragazzini uguale a centomila ragazzini. E non avevo bisogno di voi. E neppure voi avevate bisogno di me. Io non sono per voi che una volpe uguale a centomila volpi. Ma avendomi addomesticato, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Voi sarai per me unico al mondo".
Per me siete unici al mondo: e lo stesso è per Dio: siete unici, irripetibile, indispensabili per costruire insieme il suo Regno qui sulla terra e goderlo per sempre in cielo. Cosi sia.
lunedì 21 marzo 2011
Omelia della Domenica della Samaritana – Parrocchia San Martino, 20 marzo 2011
La Quaresima è il tempo favorevole della nostra conversione, del nostro incontro con Cristo. Non sei furbo se non ne approfitti. Dio ti dà una nuova occasione, la possibilità di ricominciare, di vivere una vita nuova. Dio lo incontri quando ti fermi al pozzo, quando nel deserto della tua giornata desideri le cose essenziali.
Nel libro del Piccolo Principe c'è questa bella frase: "ciò che rende bello il deserto è che da qualche parte c'è un pozzo": noi potremo dire "ciò che rende bella la vita è che da qualche parte c'è Dio".
La Samaritana viveva la sua vita come un deserto: nulla di nuovo, tranne i 5-6 mariti che si vantava di avere, una vita disordinata, senza punti di riferimento, proprio come il deserto. Aveva sete: aveva un desiderio e va a soddisfarlo come tante volte ha fatto, al pozzo del villaggio. Incontra qui Gesù, un Gesù stanco e assetato: le chiede dell'acqua, e lei lo riconosce come uno straniero… Gesù parte da questo suo desiderio per farle fare un cammino di fede, un cammino di conoscenza di Gesù: è più lo conosce, più va in fondo nel suo cuore, più il suo desiderio è appagato. In realtà, prima dell'acqua, la donna cercava la vita. L'acqua, infatti, è il segno della vita: senza acqua non si beve, non ci si lava, non si cucina, non si irriga per avere il cibo: l'acqua è la vita. E Gesù promette a questa donna di darle la vita, e lo farà quando salirà sulla croce. In quel momento, in cui sembra che la morte e il deserto, il non senso e la falsità abbiano vinto, Gesù ci dimostra come invece la Vita vinca su tutto… noi siamo qui perché Lui ci ha dato la sua vita per la nostra.
Noi dobbiamo vivere questa vita che il Signore ci da, non come una vita da mediano a recuperar palloni, ma una vita vissuta come DONO di Dio. E tre sono le caratteristiche di questo dono:
- La libertà: dal male, dalle cose sbagliate, dalla paura, dai bisticci… dal peccato.
- La verità: la mia vita ha un valore, perché Dio ha dato la sua vita per me.
- L'amore: la mia vita ha un senso se è donata, fino alla morte, per gli altri.
Questa è la samaritana, che rientra in città con gioia e molti credono per il suo esempio. E a noi, nel 2011? Per noi, piccoli samartitani, è lo stesso. Noi incontriamo Gesù al pozzo della Messa domenicale, della confessione e della preghiera… tutti momenti da vivere in profondità e non come obbligo e costrizione. Se c'è profondità in queste cose, se mi fermo ad ascoltare e a parlare con Dio, la mia vita cambia:
- Posso fare il bene ed essere libero dal peccato, perché Lui mi da la forza di farlo
- Sono veramente uomo, che riconosce i suoi limiti ma sa che è fatto per il cielo e non per la terra..
- So amare fino in fondo, so donarmi sempre… e tutto quello che faccio lo faccio più volentieri e meglio se lo faccio con amore.
Ultime due considerazioni:
1. anche Gesù ha sete, non perché cerchi la Vita, ma perché cerca ciascuno di noi per dargli la Vita.
2. Spesso la vita ti porta lontano da casa, dai tuoi affetti… ma se hai incontrato la vera vita, non hai problemi ad adorare Dio su questo monte o a Gerusalemme, a Roma come a Milano. Ed è per questo che vi sento vicini, quando mi ricordo di voi, tutti i giorni, nella preghiera davanti a Dio… in Dio non esistono distanze, siete tutti vicini. Per questo spero che vi ricordiate di me nelle vostre preghiere.
Se finora non ti sei avvicinato al pozzo, non ti sei fermato, non hai sperimentato la bellezza della confessione, della comunione e della preghiera… fallo subito. Ricordati le parole di questa bella canzone: "Questo è il mio secondo tempo, e non voglio perderlo: questo è il mio secondo tempo, e io voglio godermelo, perché io, lo spero tanto (ANZI, NE SONO CERTO), che sia splendido", perché solo Gesù ti può dare questa vita splendida per sempre.