lunedì 21 marzo 2011

Omelia della Domenica della Samaritana – Parrocchia San Martino, 20 marzo 2011

La Quaresima è il tempo favorevole della nostra conversione, del nostro incontro con Cristo. Non sei furbo se non ne approfitti. Dio ti dà una nuova occasione, la possibilità di ricominciare, di vivere una vita nuova. Dio lo incontri quando ti fermi al pozzo, quando nel deserto della tua giornata desideri le cose essenziali.

Nel libro del Piccolo Principe c'è questa bella frase: "ciò che rende bello il deserto è che da qualche parte c'è un pozzo": noi potremo dire "ciò che rende bella la vita è che da qualche parte c'è Dio".

La Samaritana viveva la sua vita come un deserto: nulla di nuovo, tranne i 5-6 mariti che si vantava di avere, una vita disordinata, senza punti di riferimento, proprio come il deserto. Aveva sete: aveva un desiderio e va a soddisfarlo come tante volte ha fatto, al pozzo del villaggio. Incontra qui Gesù, un Gesù stanco e assetato: le chiede dell'acqua, e lei lo riconosce come uno straniero… Gesù parte da questo suo desiderio per farle fare un cammino di fede, un cammino di conoscenza di Gesù: è più lo conosce, più va in fondo nel suo cuore, più il suo desiderio è appagato. In realtà, prima dell'acqua, la donna cercava la vita. L'acqua, infatti, è il segno della vita: senza acqua non si beve, non ci si lava, non si cucina, non si irriga per avere il cibo: l'acqua è la vita. E Gesù promette a questa donna di darle la vita, e lo farà quando salirà sulla croce. In quel momento, in cui sembra che la morte e il deserto, il non senso e la falsità abbiano vinto, Gesù ci dimostra come invece la Vita vinca su tutto… noi siamo qui perché Lui ci ha dato la sua vita per la nostra.

Noi dobbiamo vivere questa vita che il Signore ci da, non come una vita da mediano a recuperar palloni, ma una vita vissuta come DONO di Dio. E tre sono le caratteristiche di questo dono:

  • La libertà: dal male, dalle cose sbagliate, dalla paura, dai bisticci… dal peccato.
  • La verità: la mia vita ha un valore, perché Dio ha dato la sua vita per me.
  • L'amore: la mia vita ha un senso se è donata, fino alla morte, per gli altri.

Questa è la samaritana, che rientra in città con gioia e molti credono per il suo esempio. E a noi, nel 2011? Per noi, piccoli samartitani, è lo stesso. Noi incontriamo Gesù al pozzo della Messa domenicale, della confessione e della preghiera… tutti momenti da vivere in profondità e non come obbligo e costrizione. Se c'è profondità in queste cose, se mi fermo ad ascoltare e a parlare con Dio, la mia vita cambia:

  • Posso fare il bene ed essere libero dal peccato, perché Lui mi da la forza di farlo
  • Sono veramente uomo, che riconosce i suoi limiti ma sa che è fatto per il cielo e non per la terra..
  • So amare fino in fondo, so donarmi sempre… e tutto quello che faccio lo faccio più volentieri e meglio se lo faccio con amore.

Ultime due considerazioni:

1. anche Gesù ha sete, non perché cerchi la Vita, ma perché cerca ciascuno di noi per dargli la Vita.

2. Spesso la vita ti porta lontano da casa, dai tuoi affetti… ma se hai incontrato la vera vita, non hai problemi ad adorare Dio su questo monte o a Gerusalemme, a Roma come a Milano. Ed è per questo che vi sento vicini, quando mi ricordo di voi, tutti i giorni, nella preghiera davanti a Dio… in Dio non esistono distanze, siete tutti vicini. Per questo spero che vi ricordiate di me nelle vostre preghiere.

Se finora non ti sei avvicinato al pozzo, non ti sei fermato, non hai sperimentato la bellezza della confessione, della comunione e della preghiera… fallo subito. Ricordati le parole di questa bella canzone: "Questo è il mio secondo tempo, e non voglio perderlo: questo è il mio secondo tempo, e io voglio godermelo, perché io, lo spero tanto (ANZI, NE SONO CERTO), che sia splendido", perché solo Gesù ti può dare questa vita splendida per sempre.

domenica 20 marzo 2011

Cinisello VI: ormai ci esce una saga...

Solo una volta mi sono astenuto da non scrivere nulla delle mie visite a Cinisello, perchè tutto era nella predica che ho fatto il 26 settembre 2010, diacono da poche settimane e ancora incerto su quello che mi attendeva a Roma. Dopo 6 mesi tante cose sono cambiate: Roma e la mia parrocchia mi piacciono, mi trovo bene e non vorrei cambiarle per nessun'altra... il Signore mi ha posto qui e sono felice di esserci.
Ma, il primo amore non si scorda mai... . Ringraziando tutti voi per la disponibilità e l'ospitalità , come in tutte le altre occasioni, scrivo due righe di riflessione sui giorni passati a Cinisello. Ho imparato e ho visto tanto: quanto stiate crescendo, quanto stiate migliorando e, qualche volta, quanto stiate perdendo per sciocchezze e incomprensioni. Avrei voluto fare di più, ma non ho potuto...
Credo che stavolta ripartire sia stato più difficile delle altre volte: credo che stavolta la commozione sia emersa più delle altre volte... e questo perchè, come dicevo alla predica, davanti a Dio mi ricordo sempre di voi nelle mie preghiere, e vedere la vostra vita, condotta da alcuni con Dio e da altri senza Dio, mi fa piangere lacrime di gioia e lacrime di sofferenza.
Cari adolescenti: Per me rimanete sempre importanti, rimanete sempre i miei ragazzi e la vostra vita mi sta a cuore... ma prima di questo siete figli di Dio, e come tali dovete comportarvi... L'umiltà, la semplicità, la cordialità che spesso vi hanno distinto devono tornare a essere vostre: dovete essere uniti. Ricordatevi quella canzone che dice "uniti vinciamo, divisi cadiamo"... attenti a non cadere.
Cari giovani: se foste in vendita su Ebay vi comprerei tutti e vi porterei a Roma. Anche se siete pochi, anche se molti si sono allontanati o hanno lasciato, non mollate... la Speranza non è solo una squadra di calcio, ma uno stile di vita, è il modo con cui Dio mette alla prova i nostri propositi e la nostra voglia di crescere.
Cari Giulia, Francesco, Flavio, Martina, Stefano, Elisa, Fefè... grazie di esistere, di essere cosi come siete. Credo che la scena più bella di questi 6 mesi sia proprio guardando il campanile di Cinisello: ciò che Milano mi ha insegnato in quattro bellissimi grest e in tante buone e sane amicizie mi ha condotto a voi, e la vostra crescita cristiana è la mia unica preoccupazione. E, credetemi, lo faccio senza rimpianti e convinto che Dio si serva di me (con i miei difetti e i miei pregi, con il sorriso e con il pianto), come di Puddu e degli altri preti, per portarvi a Lui.
Chiudo questo pensiero, benedicendovi tutti e credendo che Dio, che conosce a fondo il vostro cuore, vi illuminerà per continuare a vivere una vita vera!
Alla prossima
dS