Ieri sera,
mentre riguardavo, un po’ per nostalgia un po’ per curiosità, il video della
mia ordinazione sacerdotale, risentivo la predica del vescovo, che sottolineava
una cosa importante. Diceva: “La parola che oggi risuona maggiormente è ricevi,
: e lo ripeteva più volte: ricevi, ricevi, ricevi. E questo è stato l’anno dei
doni, l’anno in cui più volte il Signore ha detto “Ricevi”.
Ricevi il
mio Corpo e il mio sangue nelle tue mani, ricevi la Parrocchia di Santa
Bernadette, ricevi l’innocenza, i piccoli gesti e la simpatia dei bambini,
ricevi l’impegno dei loro giovani o diversamente giovani catechisti, ricevi il
riavvicinamento di tante persone alla Messa e alla fede, ricevi le confidenze
più intime delle persone che ho confessato, ricevi la possibilità di accogliere
nella Chiesa tanti bambini, e di accompagnare tante persone in Paradiso. Ricevi
la croce: quella dell’incomprensione, delle falsità, dei sotterfugi: di coloro
che all’improvviso si scoprono atee e adulte, e si condannano da sole a vivere
tristi lontane dal Signore. Ricevi la forza di alzarti, di fidarti, di lasciar
perdere… di vedere che il Signore agisce con noi e nonostante noi: di vedere
che uno solo di voi ha un valore infinito davanti al Signore.
Ricevi l’esempio
di tanti confratelli, con cui ho condiviso un anno splendido: soprattutto don
Donato e don Edoardo, che quest’anno iniziano una nuova tappa del loro
ministero. Ricevi la luce: l’amicizia di tanti di voi, giovani o meno, le loro
confidenze, i loro problemi, le loro lacrime. E la riprova di tutti i doni che
ho ricevuto sono state proprio le lacrime:: delle del campo, del Grest, delle
ultime settimane di giugno Questa sarebbe dovuta essere la Messa di saluto, di
ringraziamento ma anche delle consapevolezza umana di lasciare una comunità che
ama il Signore, la sua Chiesa, ei suoi preti… e riniziare E invece il Signore
aveva in serbo altri doni: il il 19 maggio, quando qualcuno, alla vigilia della
sua prima comunione, ha scritto: “Caro Gesù, vedi se puoi fare qualcosa per far
rimanere don Simone”, il era il 22 giugno quando ho ricevuto la telefonata di
don Paolo: “Vorresti rimanere?”, ed era il 3 luglio, festa di San Tommaso,
apostolo dell’incredulità e della fede, quando ricevetti quel messaggio, sintetico
e immediato: Mitt mons. Miglio, testo “Ok, puoi rimanere. E chi c’era si
ricorderà le grida di gioia, che valgono più di tanti discorsi. Ed è così che
il Signore, quando stavo per chiudere questo capitolo, lo ha riaperto: “Ricevi
questo nuovo anno a Santa Bernadette", un nuovo anno, con un nuovo parroco, don
Paolo, che ringrazio della fiducia e della simpatia da subito dimostratami, un
nuovo viceparroco, don Cristian, che arriverà domenica prossima, nuovi bambini,
nuovi catechisti, nuovi ragazzi: un anno per continuare a crescere nella fede e
nell’unione tra noi, insegnantaci da tutti i preti che sono passati in questa
comunità. Ed è doveroso qui ringraziare don Vincenzo, e don Marco, per le belle
parole che mi ha rivolto. So che non ti aspettavi questo invito, so che l’hai
accettato con gioia e con stupore: ho voluto che fossi tu perché sei stato in
questi anni specialmente, amico fidato e saggio, nonché confratello attento.