Caro Gesù,
come ormai è consuetudine tra di noi, rivolgo a Te a voce alta quella preghiera che riassume l'esperienza del mio XXX campo estivo da quando sono in seminario.
È l'ultimo, prima del passo definitivo che, fra 40 giorni dovrò compiere: quello dell'ordinazione sacerdotale.
È il primo con questi ragazzi, dei quali mi sento responsabile per sempre perché gli ho addomesticati, non perché siano bestie, ma perché il legame che si è creato in quest'anno, e specialmente in questo campo, è per sempre perché ti chiama in causa. Se non fosse per Te, non sarei qui. Tu, non il caso, non la mia presunta cultura o simpatia mi ha condotto qui, ma la tua mano… la stessa che ha salvato Pietro dalle acque, la stessa che poni sul capo di ogni uomo che si affida a Te. Anche io, come Pietro, ti ho chiesto di camminare sulle acque… di andare oltre i rifiuti, le critiche e i preconcetti che hanno accompagnato la preparazione di questo campo. Mi sono fidato: finchè ho visto che sotto di me c'era l'acqua, c'era il male… e sono affogato, mi sono arrabbiato, stavo perdendo l'equilibrio.
Ma tu scrivi dritto sulle righe storte, e mi hai risollevato, mi hai teso la tua mano… quando le riflessioni del gruppo erano profonde e meditate, quando c'erano le file per confessarsi, mentre attorno si creava un silenzio incomprensibile e affascinante, quando tra di loro si creavano legami forti, si parlava di cose serie e meno serie… questa è stata la tua mano che mi ha risollevato dalla disperazione dove stavo affondando, perché senza la tua mano c'è disperazione, c'è il nulla.
Per creare legami servono i riti, e questi non sono mancati: dalla Messa alla spiaggia, dal confessionale al beach volley, tutti riti che ci hanno fatti conoscere meglio. Finire questo campo è finire un addomesticamento, finire questo campo è conoscere Andrea, Graziano, Simone, Francesco, Stefano, Christian, Carlo, Francesco, Maurizio, Martina, Francesca, Daria, Martina, Sara, Silvia, Aurora, Federica, Sofia, Federica, Carlotta, Vanessa, Federica, Alessia, Mapi, Elena, Serena, Elena, Valentina, Chiara… e ogni volta che vedrò loro, vedrò le tue meraviglie, vedrò che ancora ci sei, vedrò che non ho buttato la mia vita per nulla, ma per Te.
E ora, detto questo, mi rivolgo a loro per le ultime dritte di oggi.
Cari ragazzi,
non vorrei che tornando a casa, vi ricordiate solo delle novità, del mare, della pioggia, dei giochi…
non vorrei che tornando a casa vi ricordiate solo delle amicizie, delle risate, degli scherzi…
non vorrei che ricordaste i momenti di litigio, di noia, di incomprensione…
vorrei che ricordaste
- Il grande esempio di Fra Enrico, la sua bontà e la sua disponibilità
- La grande accoglienza di tutte le persone buone che abbiamo incontrato
- L'impegno dei volontari e dei frati
- Le sofferenze e la dignità dei frati anziani
- La fatica e il sacrificio, unita alla gioia, dei vostri catechisti Andrea, Emanuela, Nicoletta, Andrea, Francesca, Francesco, Elisa
E soprattutto che
L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI, NON SI VEDE SE NON CON IL CUORE, PERCHE' NON VOSTRO CUORE, AL CENTRO DI OGNI SFORZO DI CRESCERE COME VERI UOMINI C'E' DIO.
La fede si riassume in questo: Dio c'è, io ci credo… Dio c'è, io l'ho incontrato come la Samaritana, come gli apostoli, come i santi. La fede in Dio non è secondaria: grazie alla fede, sentirai il cuore stesso di Dio che batte nei tuoi incontri, nella tua vita, nei tuoi amici.
Tornate a casa NUOVI, uomini NUOVI. E, per concludere, voglio fare mie le parole della volpe che abbiamo letto oggi: voi finora, per me, non siete stati che ragazzini uguale a centomila ragazzini. E non avevo bisogno di voi. E neppure voi avevate bisogno di me. Io non sono per voi che una volpe uguale a centomila volpi. Ma avendomi addomesticato, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Voi sarai per me unico al mondo".
Per me siete unici al mondo: e lo stesso è per Dio: siete unici, irripetibile, indispensabili per costruire insieme il suo Regno qui sulla terra e goderlo per sempre in cielo. Cosi sia.